Cos’è il GreenWashing?
GreenWashing” o in italiano “ecologismo di facciata” è una strategia utilizzata da alcune grandi imprese.
Il consumatore pensa di acquistare beni e servizi “eco-friendly”. In realtà non è in nessun modo provato e accertato. Anzi, chi usa questa strategia, cerca di insabbiare in qualche modo l’effetto negativo sull’ambiente. Quindi di fatto si tratta di un vero e proprio inganno per attirare una clientela più esigente sul tema della sostenibilità.
Alcune famose aziende coinvolte
Il colosso dell’abbigliamento svedese H&M nel 2019, è stato accusato di GreenWashing. Infatti H&M utilizzava pubblicità per sponsorizzare la propria linea di prodotti a detta loro “green”. In realtà non fornivano nessuna informazione specifica sulla loro sostenibilità.
Unica informazione rilasciata, molto vaga: “utilizziamo almeno 50% dei materiali riciclati”.
L’azienda non ha avuto nessuna conseguenza legale. Ma solo “fortemente consigliato” di cambiare la comunicazione di alcuni prodotti.
Ikea
Anche la ”super sostenibile” azienda svedese produttrice di mobili è stata accusata di GreenWashing. La comunicazione aziendale di Ikea ci fà pensare che consumi moltissimi alberi. Nonostante questo pensiamo che compensi sempre piantandone almeno il doppio. Di fatto ci fanno credere che il loro business sia praticamente eterno e a danno ambientale zero.
Ultimamente Ikea è nel mirino di alcuni gruppi ambientalisti. Ucraina, Russia e Romania accusano l’azienda di recuperare legname in modo illecito e non controllato. E’ presente un vero e proprio contrabbando di questa utile materia prima. Per vendere questo legno illegale vengono abbattute foreste protette che in teoria dovrebbero essere salvaguardate. In questi boschi sono presenti anche alberi antichi. Purtroppo si è accertato l’abbattimento di alcuni di questi.
Eni
Il fenomeno GreenWashing colpisce anche il colosso italiano degli idrocarburi. Nonostante l’occultamento della notizia, l’AGCM è riuscita a scoprire alcune malefatte dell’azienda. Il caso più eclatante è sicuramente “ENIdiesel+”. Questo è stato commercializzato come un combustibile sostenibile e green. L’azienda ha comunicato che al suo interno sono presenti “additivi vegetali”. Questi in teoria dovrebbero abbattere l’impatto ambientale. In realtà non influiscono in alcun modo.
Il TAR, a seguito delle sue indagini, ha sanzionato ENI con la somma massima possibile: 5 milioni di euro. Inoltre gli ha proibito di utilizzare campagne pubblicitarie per sponsorizzare i combustibili.
Perchè (non) conviene il GreenWashing
Uno degli effetti negativi di questo fenomeno è l’istantanea perdita di fiducia da parte dei consumatori. E ovviamente il distacco più totale di quei clienti che al “green” ci tengono particolarmente.
Per fortuna esistono moltissime aziende che applicano politiche verdi e sostenibili. Il rischio è che purtroppo le aziende che fanno GreenWashing si infiltrino tra di esse. Per evitare che questo accada l’Unione Europea ha creato delle norme con relative sanzioni.
Se avete dei dubbi su una particolare azienda e sui prodotti che produce non rischiate. Controllate la credibilità delle certificazioni ambientali. Esistono app che permettono di tracciare l’autenticità del prodotto eco-friendly.
Le aziende utilizzano il GreenWashing perché funziona e conviene per loro. Se il loro prodotto “FakeGreen” non vende, probabilmente cambieranno strategia di marketing o addirittura il prodotto stesso.
Fonti
https://esgnews.it/focus/analisi-e-approfondimenti/greenwashing-definizione-ed-esempi/
https://it.wikipedia.org/wiki/Greenwashing
https://nonsolowork.com/le-aziende-accusate-di-greenwashing-i-9-casi-piu-famosi/