A tutti è capitato, spostandosi da un Comune italiano all’altro, di notare la grande differenza dei colori per identificare visivamente i contenitori della raccolta differenziata.
I comuni e le province possono infatti stabilire autonomamente gli elementi grafici e i colori dei recipienti. Così facendo però mettono in difficoltà le persone e penalizzano l’efficacia della raccolta differenziata.
Nuova normativa europea
Il 28 settembre 2017 è stata pubblicata una nuova norma, UNI 11686 sui Waste Visual Elements, ossia gli elementi visivi identificativi dei bidoni.
La norma ha lo scopo di facilitare e rendere univoca l’identificazione dei contenitori dedicati alla raccolta dei rifiuti al fine di migliorare la raccolta differenziata in tutta Europa.
La UNI 11686 definisce i colori e gli ulteriori elementi di identificazione visiva per facilitare il riconoscimento del cassonetto giusto nel quale riporre i rifiuti.
I colori stabiliti per il giusto riconoscimento sono:
- blu per la carta
- giallo per la plastica riciclabile
- turchese per i metalli
- verde per il vetro
- grigio per l’indifferenziato
Chi si è adattato
L’Italia è il primo Stato europeo a dotarsi di questa norma che ha il fine di favorire l’obbiettivo UE di raggiungere il 65% di raccolta differenziata da parte di tutti i consumatori e avviare, per almeno il 50% di essi, un processo di recupero e trasformazione dei rifiuti.
Con rammarico, dobbiamo però constatare che la norma è ancora poco applicata, forse ormai dimenticata.
A Milano, a Napoli e a Roma per esempio, i colori dei cassonetti differiscono tra loro creando disordine e confusione.
E’ il caso del cassonetto verde, utilizzato a Roma per l’indifferenziato e a Milano e Napoli per il vetro.
Altro esempio è il cassonetto blu, adoperato a Roma per vetro, plastica e metallo, a Napoli per l’indifferenziato, mentre a Milano non esiste.
Per ora ci da speranza Torino, che nel maggio del 2021 ha lanciato l’idea di unificare in tutto il Piemonte il colore dei contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti entro il 2024.
Altra buona notizia arriva da Valenza, sempre in Piemonte, che ha acquistato 140 cassonetti a norma UNI 11686 con i versamenti dei cittadini.
Cosa possiamo fare noi
Dato che l’Europa non vuole applicarsi e adattarsi alla norma, nel frattempo anche noi nel nostro piccolo possiamo contribuire alla risoluzione del problema, utilizzando gli stessi sacchetti per la raccolta dei rifiuti e differenziandoli nel modo corretto.
Dobbiamo tenere a mente che:
- il giallo simboleggia i rifiuti in plastica
- il neutro trasparente (biodegradabile) i rifiuti organici
- l’azzurro la carta e il cartone
- il verde i vetri e i metalli
- marrone per l’organico
- il grigio/bianco trasparente i rifiuti indifferenziati
- il rosa, i sacchetti profumati, per uso bagno
Infine, buona pratica sarebbe quella di acquistare sacchetti compostabili, un materiale che non solo è biodegradabile (dunque che si decompone facilmente), ma anche disintegrabile e il cui processo di decomposizione avviene in meno di 3 mesi, a differenza dei sacchetti di plastica normali che impiegano dai 10 ai 30 anni.
Basta davvero poco per fare la differenza e contribuire nella corretta suddivisione dei rifiuti per la raccolta differenziata!